
Ti è mai capitato di finire una giornata e avere la sensazione di non aver fatto nulla di davvero strategico, concreto, che ti porta verso i tuoi obiettivi?
Le ore scorrono tra file che non si trovano, processi frammentati, task sparse tra un tool e l’altro, membri del team che ti chiedono chiarimenti su passaggi che dovrebbero essere già rodati..
Il paradosso è che hai già degli strumenti, magari anche delle automazioni attive, ma senti che stai ancora lavorando troppo "a mano".
Il tempo ti sfugge, e anche le attività ripetitive sembrano sempre da ricominciare da zero.
Questo è il momento giusto per fermarti e rivedere i tuoi workflow, intesi come sistemi intelligenti, sostenibili, progettati per liberare tempo e mente, senza riempirti di strumenti e abbonamenti inutili.
In questa guida ti accompagno in 7 passi pratici per ottimizzare i tuoi workflow con un approccio strategico e – dove ha senso – supportato dall’AI.
Un workflow è una sequenza di azioni, ruoli e strumenti che ti permette di portare a termine un’attività specifica in modo replicabile e affidabile. È quello che rende i tuoi processi visibili, misurabili e se vuoi, automatizzabili.
Ma soprattutto, è il tuo braccio destro per:
Pensa a situazioni come:
Tutti segnali che i tuoi processi stanno in piedi, si, ma non stanno funzionando davvero.
Ottimizzare un workflow non significa automatizzare tutto, anzi: significa scegliere consapevolmente cosa ha senso automatizzare, cosa può essere delegato e cosa va tenuto nelle tue mani.
L’intelligenza artificiale entra in gioco per alleggerire, per velocizzare, ma sicuramente non per sostituirti.
Ti aiuta a velocizzare operazioni, rielaborare testi, generare bozze intelligenti e organizzare informazioni. Quando è integrata con criterio nel tuo ecosistema di lavoro, in base ai tuoi obiettivi e flussi di lavoro, allora l'AI diventa davvero un alleato.
Vediamo come mettere tutto in pratica.
Inizia osservando cosa succede nel concreto. Prendi un flusso operativo ricorrente, come l’onboarding di una nuova cliente, e analizzalo passo dopo passo.
Non partire dagli strumenti, ma da ciò che fai, da chi interviene e da quando le cose iniziano a "complicarsi": so che è un esercizio noioso, ma è il primo passo per togliere il superfluo, rendere visibile ciò che oggi ti rallenta e preparare il terreno a un sistema che lavora al tuo fianco.
Una volta visualizzato il flusso, è il momento di mettere in luce i colli di bottiglia. Quei passaggi dove perdi tempo o dove il processo si inceppa e ti dimentichi cosa c'è da fare, oppure pensi che la tua assistente si occupi di qualcosa ma in realtà no, si perdono i pezzi per strada.
Un esempio molto comune: dopo ogni call conoscitiva, crei un preventivo da zero.
Riascolti la registrazione, rielabori le informazioni, apri un documento vuoto, cerchi un modello vecchio da modificare.
Tutto questo ti porta via almeno mezz’ora, ogni volta.
Questo è un chiaro segnale che serve un sistema, non più tempo o attenzione.
Ora entra in gioco la progettazione vera e propria. Per ogni passaggio del processo, chiediti: richiede il mio intervento diretto? Posso standardizzarlo e farlo gestire al team? Posso alleggerirlo con uno strumento o un agente AI, oppure automatizzarlo?
Facciamo qualche esempio:
Prendi carta e penna e mappa tutto: avere uno schema visivo ti aiuta a vedere connessioni, ridondanze e vuoti.
Ti serve anche per comunicare con chiarezza al tuo team cosa succede, quando e in che ordine.
Puoi usare strumenti semplici come Google Doc, Asana, TickTick, o Notion: non servono strumenti fighi tipo Miro o Jira, ti basta mettere in fila i passaggi e assegnare responsabilità chiare.
Un esempio: l’offboarding può iniziare con l’ultima sessione, proseguire con la spedizione di un form di feedback, l’archiviazione dei materiali, l’invio di eventuali risorse aggiuntive e la chiusura del progetto.
Alcune fasi saranno automatizzate, altre seguite dal team. Ma l’insieme ha una struttura, e questo fa la differenza.
Non si tratta di avere più strumenti, ma di usare meglio quelli che hai.
Troppi tool non integrati generano ridondanze, confusione e task che si perdono per strada.
Se il tuo CRM non comunica con il tuo sistema di gestione progetti, se ogni dato va copiato a mano in tre piattaforme diverse, allora è il momento di semplificare.
Automazioni leggere, con strumenti come Zapier o Make, possono collegare ciò che oggi è scollegato.
L’AI è un supporto importante, se sai esattamente dove usarla. Può entrare in flussi già ottimizzati per semplificare ulteriormente la vita tua e del tuo team.
Qualche esempio:
Non serve inserirla ovunque, anzi, il mio consiglio è inserirla SOLO dove aggiunge valore.
Un workflow ben fatto non è immutabile, anzi.
Deve adattarsi al tuo business che evolve, a nuovi servizi, a nuove persone nel team, a nuovi obiettivi.
Ti direi di rivedere i tuoi flussi almeno ogni trimestre e fare una revisione veloce:
Ricordatelo: avere dei sistemi automatizzati, o degli agenti AI, non significa che puoi non pensarci più: al contrario, va fatta "manutenzione" regolarmente per assicurarti che funzioni ancora tutto!
Ottimizzare i tuoi workflow significa progettare un sistema che lavora con te.
Che ti libera energie, tempo e concentrazione.
Che riduce gli errori e rende il lavoro più fluido, anche per il tuo team.
Non è solo questione di automazioni o AI. È una questione di visione, priorità e cura del dettaglio.
Nel mio VIP Day mettiamo le mani nei tuoi processi reali, troviamo i punti in cui perdi tempo ed energie, e costruiamo un sistema semplice, efficiente, e fatto per il tuo modo di lavorare. Niente soluzioni preconfezionate, solo ciò che ti serve davvero.
Tu respiri. I tuoi workflow fanno il resto.
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